2015

BEFORE AND BEHIND THE PUPIL

“nano-impressionismo cinetico”

UMBERTO CICERI

In mostra tre straordinarie opere di Umberto Ciceri, frutto di contrasti cromatici che generano nello sguardo dello spettatore un inevitabile senso di straniamento. L’artista, infatti, manipola i colori attraverso le lenti usandole come un’estensione del senso ordinario, una specie di nano-impressionismo, regalandoci una rappresentazione della realtà non piu’obiettiva ma arbitraria. Il paesaggio nel quale Ciceri opera è invisibile ad occhio nudo e ci appare come una astrazione, una astrazione non inventata ma proviente da un cambio di scala parossistico di una azione videoregistrata. La sostituzione e l’aggiunta di microconfigurazioni di colori complementari asaltano la ricezione finale con vibrazioni ed interferenze, come se l’impasto ottico ottenuto emanasse luce propria in forma ondulatoria. Il suo lavoro nasconde una regia, una sceneggiatura ed un montaggio di una vera e propria tessitura di fotogrammi, come un geologo immerge noi spettatori nella materia profonda dell’immagine, una forma imposta di miopia che libera l’occhio e ci costringe ad interpretare con il sistema nervoso.

Three extraordinary works by Umberto Ciceri, the result of color contrasts that generate an inevitable sense of alienation in the viewer’s eyes.  The artist manipulates colors through the lenses, by using them as an extension of the ordinary sense, a sort of nano-impressionism, giving us a representation of reality that is no longer objective but arbitrary.  The landscape where Ciceri operates is invisible to a naked eye and appears to us as an abstraction that is not invented but derives from a paroxysmal change of scale of a videotaped action.  The substitution and addition of microconfigurations of complementary colors contrast the final reception with vibrations and interferences, as if the obtained optical mixture gave off its own light in wave form.  His work hides a direction, a screenplay and a montage of a real pattern of frames: like a geologist, he immerses us spectators in the deep matter of the image, an imposed form of myopia that frees the eye and forces us to interpret with the nervous system.

Il dietro le quinte del processo di ricerca

1- Il processo inizia sempre attraverso la videoregistrazione

di azioni realmente accadute nel tempo e nello spazio.

In esterno o in interno, l’artista fa girare i soggetti su loro stessi

con motori elettrici oppure gira lui attorno a loro.

I tempi di registrazione possono durare da giorni a pochi secondi,

l’importante è che tutto avvenga “intenzionalmente”.

2- Le azioni possono essere già preregistrate, l’artista

costruisce dei veri e propri set teatrali e le videoregistra.

Per lui ha sempre il medesmo valore di un azione dal vivo,

di uno spettacolo che sta accadendo davanti ai suoi occhi.

3- I fotogrammi vengono scelti secondo una regia, una sceneggiatura

e un montaggio, il risultato finale è solo immaginato.

4- lo sfocato libera l’effetto ondulatorio della luce

che supera le barriere della nostra insipienza

percettiva assuefatta da confine autoritario,

“non a fuoco” significa non autoritario.

La rappresentazione viene dissolta in qualcosa

che non si distingue ma si fonde sulla retina.

L’Hypertrait lascia il segno nei nostri neuroni,

senza necessariamente lasciare la traccia

mnesica della visione cosciente.

5- Il fuoco è protagonista, quel che pare fuori fuoco

ottico è in realtà il frutto di un lavoro di messa

a fuoco nanometrica, al limite del parossistico:

la messa a registro dell’invisibile con il visibile.

La personale tecnica della sfocatura di Ciceri è

il risultato di un esercizio certosino di

scomposizione e ricomposizione del fuoco

delle immagini nei loro pattern cromatici

elementari, richiedendo una grande esperienza

ed una pratica sapiente, quasi un pittore al lavoro

con i pigmenti della fotosintesi ottica.

6- l’artista tesse il risultato prodotto come fosse al telaio,

usando fili di fotogrammi al posto dei fili di seta,

poi stamperà “il tessuto ottico” su carte speciali

con una generazione di inchiostri ad altissima saturazione.

7- SIGNAC-TIME

Come un geologo, l’artista si immerge nella materia

profonda dell’immagine, lavorando su scala subliminale.

Il paesaggio nel quale Ciceri

opera è un luogo inevitabilmente astratto e invisibile

ad occhio nudo. Sostituisce ed aggiunge microconfigurazioni

di colori complementari capaci di esaltare la ricezione

finale con vibrazioni ed interferenze, come se l’impasto ottico

ottenuto emanasse luce propria in forma ondulatoria.

(In questo caso, i rossi del “soggetto” risulteranno potenziati

dall’inclusione di grandi quantitativi di verdi, mentre il buio

del fondo verrà contaminato da diverse cromie violacee,

acquistando vibrazione e maggiore profondità di campo)

8- Gli IMPASTI OTTICI sono sempre differenti,

è unica la combinazione ogni volta. Pezzi unici.

Le variazioni che producono l’unicità sono apparentemente

invisibili, troppo piccole da distinguere per l’occhio umano

ma sufficienti a provocare differenti sensazioni luminose

ed interferenze cangianti .

9- la luce esterna, penetrando all’interno delle lenti ottiche, interagisce

con l’immagine stampata in una continua riflessione, diffrazione

e diffusione di onde, innescando un fenomeno che l’artista ha

denominato SUPERSYNTHESIS :

le due leggi della visione, la sintesi additiva che governa la luce

e la sintesi sottrattiva che governa la materia, si vanno a sommare

per produrre nuovi colori che in realtà nel lavoro non esistono,

ed ogni osservatore processerà i propri.

10- le lenti ottiche vengono poste a registro

sul tessuto ottico stampato con una precisione nanometrica.

Questo passaggio può essere solo manuale,

i risultati “industrializzati” non sono minimamente

paragonabili.

11- Pollini di fiore, chitoni di coleotteri,

secrezioni di molluschi e minerali vanno a formare

la ricetta segreta dell’inchiostro col quale

l’autore timbra il proprio simbolo sul

retro di ogni lavoro.

12- il movimento è un illusione come lo è l’immobilità,

il processo ottico e cinetico dell’hypertrait si traduce

sia in un MOTO TRASLATORIO : il movimento del corpo

induce il movimento dell’immagine che a sua volta

induce il movimento del corpo, che in un

MOTO IMMERSIVO nelle profondità della percezione.

Il caso è quello che regola l’unicità dell’esperienza

dell’ Hypertrait, le rivoluzioni, la reiterazione

del ciclo, saranno sempre diversi per la capacità

che l’osservatore ha di dissolvere e risolvere

nuovamente il materiale presentato.

Behind-the-scenes view of the study process

1- The process always starts with filming

actions that really take place in space and time.

Whether outside or inside, the artist makes the subjects spin with

electric motors or he circles around them.

Recording times can last from days to a few seconds, but the important

thing is that everything takes place “intentionally”.

2- The actions may already be pre-recorded. The artist

builds actual theatre sets and films them.

For him this has the same value as live action or

a show that is taking place before his very eyes.

3- The frames are selected according to directing, script and editing. The final result is purely imagined.

4- Blurring releases the undulatory effect of the light

which overcomes the barriers of our perceptive ignorance that depend so much

on authoritarian boundaries.

“Not in focus” means non-authoritarian.

The depiction is broken down into something

that does not stand out but melts on the retina.

The Hypertrait leaves a mark on our neurons,

without necessarily leaving the

mnesic imprint of conscious vision.

5- Focus is the main feature. What appears to be optically out of focus

is in reality the result of

nanometric focus, bordering on paroxysmal:

recording what is invisible with what is visible.

Ciceri’s personal blurring technique is

the result of the painstaking practice of

breaking down the focus of the images and then putting it back together

in their elementary colour patterns,

requiring great experience

and expert technique. He is almost a painter working

with the pigments of optical photosynthesis.

6- The artist weaves the resulting creation as he were working with a loom,

using strands of frames in place of silk thread,

and then goes on to print the “optical fabric” on special kinds of paper

with a generation of exceptionally high saturation ink.

7- SIGNAC-TIME

Like a geologist, the artist immerses himself in the profound

material of the image, working on a subliminal scale.

The landscape in which Ciceri

operates is a place that’s inevitably abstract and invisible

to the naked eye. He replaces and adds micro-configurations

of complementary colours that manage to emphasise the final

reception with vibrations and interference, as if the optical mix

obtained were emanating its own light in undulating shapes.

(In this case, the reds of the “subject” are strengthened

by the inclusion of huge quantities of green, while the dark

of the background will be contaminated by various purple shades,

acquiring vibration and greater depth of field)

8- The OPTICAL MIXES are always different,

with a unique combination each time. Unique pieces.

The variations that produce the uniqueness are seemingly

invisible, too small for the human eye to pick up

yet large enough to create different luminous sensations

and prismatic interference.

9- Penetrating inside the optical lenses, the external light interacts

with the printed image in a continuous reflection, diffraction

and diffusion of waves, setting off a phenomenon that the artist has

named SUPERSYNTHESIS :

the two laws of vision, additive synthesis which governs the light

and subtractive synthesis which governs the material, combine to

produce new colours which don’t really exist in the work,

and each observer will process his or her own.

10- Optical lenses are set up

on optical fabric printed with nanometric precision.

This passage can only be manual, as

the “industrialized” results are not at all

comparable.

11- Flower pollen, chitons of moths,

mollusc secretions and minerals

create the secret formula of the ink with which

the author stamps his symbol on the back of

every piece of work.

12- Movement is an illusion as is immobility.

The optical and kinetic process of the hypertrait translates

into both TRANSLATORY MOTION : the movement of the body

induces the movement of the image which in its turn

induces the movement of the body, and an

IMMERSIVE MOTION in the depths of the perception.

Circumstance is what regulates the uniqueness of the

Hypertrait experience, the revolutions and the reiteration

of the cycle. They will always be different because of

the observer’s ability to break down and then piece together

the material presented.

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